I luoghi nascosti della Pedemontana Veneta. Speciale Halloween 🎃 Buona festa di Halloween e di Tutti i Santi!
Insieme a tutti gli eventi presenti nel nostro territorio, ed in occasione del ponte di Ognissanti in arrivo, abbiamo pensato di offrirvi qualche spunto di luogo nascosto e poco conosciuto della nostra Pedemontana Veneta.
Siete pronti a scoprire qualche curiosità ancora ignota e spunti per nuove esplorazioni? Partiamo!
Buso del Covolo a Isola Vicentina
Il Buso del Cogolo è una cavità carsica, raggiungibile a partire dal percorso Cammina con Noi, in 10 minuti dalla contrada Sottoriva.
Questa grande grotta, con i suoi cunicoli e i suoi inghiottitoi, è il frutto dell’attività dell’acqua che, ricca di anidride carbonica, scioglie le rocce calcaree le trasporta in profondità, dando origine talora alla formazione di stalattiti e stalagmiti.
Chiesetta dell’Ospizio a Piovene Rocchette
Tra i luoghi nascosti della Pedemontana Venenta vi proponiamo anche l’Oratorio della Maternità di Maria Santissima (detto dell’Ospizio) che si trova proprio in Via Ospizio a Piovene Rocchette, ed stato edificato dai Padri Gerolimini in un luogo ricco di sorgenti d’acqua.
Si trova sul percorso che compivano i pellegrini per recarsi al Santuario del Summano e serviva come luogo di sosta anche per i frati che scendevano in paese per la questua e per le provviste.
Con la soppressione dell’ordine dei Gerolimini, l’Ospizio venne venduto dalla Repubblica Veneta al piovenese Giuseppe Pizzati.
Il Castello di Velo d’Astico
La posizione elevata dell’insediamento serviva per mantenere un contatto visivo con Meda pur rimanendo un luogo nascosto a chi non era ancora entrato nella valle.
Il Castello di Velo venne costruito nel X secolo per ostacolare le scorrerie degli Ungari. Nel 1184, secondo lo storico Gaetano Maccà, Tomaso de Vello si ritrovò a restaurare il castello danneggiato dalla guerra.
Nel 1230 il castello fu diviso fra alcuni membri della famiglia, mantenendo però indivisa la torre per questioni difensive.
Uno dei nemici della famiglia Velo era Ezzelino III il Tiranno, con il quale la nobile famiglia non scese mai a patti. Nel 1288 il castello cadde in mano ai padovani e venne distrutto.
Oggi rimangono solamente una parte della torre circolare ed un tratto di mura lungo una decina di metri.
Venne danneggiato durante le due guerre mondiali, successivamente acquisito da un privato e dato in uso al locale Gruppo Alpini che, dopo un restauro, lo trasformarono nel 1977 in un Sacello dedicato ai caduti di tutte le guerre.
Per trasformare il castello in luogo sacro vennero inserite delle lapidi. Inoltre, lungo il sentiero, venne aggiunto il Calvario degli Alpini: 19 stazioni per ricordare i luoghi in cui caddero le penne nere.
All’interno della torre vennero posizionati alcuni oggetti, tra cui il cappello emblema degli alpini, un cartiglio in rame a ricordo dei caduti, un dipinto di Gemmo Lanfranco di Thiene e il busto ligneo della Madonnina Mutila.
È possibile arrivare in auto fino all’arcipretale di Velo. Da lì si salgono le scalinate della chiesa e si prosegue seguendo le indicazioni.
Il sentiero è facilmente percorribile ed il panorama dall’alto è spettacolare.
Fonte: Il castello di Velo
Antica officina Radin a Breganze
Un felice connubio tra la passione del signor Gabriele Radin e l’impegno del Gruppo di Ricerca Storica, con il patrocinio e il sostegno economico del Comune di Breganze.
Chiesetta di Santa Rita a Caltrano
Nella contrada di Tezze, la dove già esisteva un capitello votivo, nel 1938 fu costruito l’oratorio dedicato a Santa Rita da Cascia.
Animatore di quest’opera fu il Signor Dal Santo Giovanni “Cencio” , il quale, subito dopo la prima guerra mondiale si fece promotore per raccogliere offerte fra gli abitanti della piccola contrada.
L’altare, in marmo di Lusiana, fu donato dall’allora Arciprete Don Pellegrino Donazzolo che diresse la costruzione.
I falegnami detti « Meni » prestarono gratuitamente la loro opera per porte e finestre, e fuori dalla Chiesetta sono citati i loro nomi per un ringraziamento. Con una solenne funzione venne portata processionalmente la statua di S. Rita, pregevole opera in legno dello scultore Giuseppe Obletter.
Nel 1958 l’oratorio venne completato con la costruzione del campanile.
Dalla chiesetta sì gode di una visuale suggestiva sulla pianura!
Speriamo che questi spunti di luoghi nascosti vi siano piaciuti!
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