Sentiero Excalibur a Tonezza del Cimone
Si tratta di un percorso didattico-naturalistico nel cuore dell’Altopiano di Tonezza dove, tra estesi prati e pascoli, fitti boschi di faggio e abete, è situata la “Valle dei Ciliegi“.
Il sentiero si sviluppa ad anello per una lunghezza complessiva di 3 km, con partenza ed arrivo in località “Pontara” e precisamente al “Baito Tedetta“. Il tracciato non comporta alcuna difficoltà tecnica in quanto la morfologia del territorio è complessivamente dolce, tipica di un altopiano.
Gran parte del sentiero è stato recuperato e valorizzato, tenendo cono soprattutto delle esigenze dei ragazzi delle scuole elementari e medie, che possono utilizzarlo come laboratorio didattico. Il sentiero si presta anche per una semplice passeggiata per tutti i turisti che vorranno immergersi per un po’ nel profondo cuore della natura.
Sono presenti numerosi segni legati alla storia e alle trasformazioni del territorio nei secoli, un luogo che invita alle corse nei prati e a liberare la fantasia.

Spada nella roccia
Dati tecnici:
Luogo: Tonezza del Cimone, contrà e dintorni
Difficoltà: facile
Lunghezza: 3 km
Dislivello: 130 m
Il sentiero Excalibur è il più famoso di Tonezza del Cimone adatto a famiglie con bambini.
Sono previste 10 stazioni dove è possibile sviluppare riflessioni e attività didattico-ricreative.

Mappa del Sentiero Excalibur
Le tappe del Sentiero Excalibur
1. Le dolci linee del paesaggio
Alla partenza del sentiero Excalibur ci accoglie un grande prato dalle linee dolci e ondulate.
All’inizio della primavera il croco riveste come un mantello bianco le verdi distese dei pascoli. Dietro la Contrà Valle, l’altopiano risulta interrotto per un breve tratto da più valli.
Il percorso continua poi con gli ampi pascoli di malga Toraro, che si estendono fino alla cima di Monte Toraro. A esso fanno seguito, disponendosi su di un ampio anfiteatro, anche le cime dei Monti Campomolon, Melegnone e lo Spitz di Tonezza del Cimone.

Tratto del percorso
2. Il “vecchio Faggio”
Eccoci arrivati in un luogo alquanto suggestivo caratterizzato dalla presenza di un vecchio rustico che si specchia in una piccola pozza d’acqua e di un secolare faggio dalla gigantesca chioma.
Il rustico è noto con il nome di “Baito delle Coste“, si tratta una struttura in pietra la cui tipologia è rimasta inalterata nel tempo. Esso è costituito da una parte bassa adibita a stalla, dove le mucche venivano radunate la sera al ritorno dal pascolo, e da una parte sovrastante, rappresentata dalla “tèsa” o fienile, in cui veniva riposto il fieno raccolto durante l’estate.

Faggio secolare con il rustico alle spalle
3. I sorprendenti Larici
Inoltrandosi sempre più nel sentiero Excalibur troviamo un luminoso e ampio bosco di larici detto “sentiero delle vacche”. Il suo nome deriva da un antico percorso del bestiame utilizzato per raggiungere i pascoli della zona.
Il sentiero risulta delimitato da ambo le parti da vecchi muretti a secco costruiti con pietre ricavate in loco.
4. La “Contrà Vallà”
Contrà Vallà è una terra fertile per coltivare segale, patate, orzo e fagioli. La sua acqua è limpida e pulita perché sgorga dalla piega di una roccia ed utilizzata per abbeverare il bestiame. Il bosco inoltre è ricco di faggi e abeti per riscaldare, fare carbone e lavorare il legno.
Forse è stato questo a convincere i pastori a restare nel territorio e, come gli alberi, a piantare forti e salde radici. Approssimativamente intorno al 1860, venne edificato un piccolo nucleo abitativo conosciuto come “Contrà Vallà“.

Contrà Vallà
5. La valle dei ciliegi
È questa la “Valle dei Ciliegi” dai variopinti colori del croco, perché presenta sfumature del giallo intenso dei botton d’oro, del rosato dei gigli, delle orchidee e dei cardi pungenti.
È un luogo che invita al gioco e alle corse: accende il desiderio di immergersi per un po’ nel profondo cuore della natura.
6. Il fortino
Il “fortino” è raggiungibile attraverso uno stretto sentiero, posto tra le due diramazioni che portano una alla cava e l’altra alla sorgente. La struttura è stata costruita sulla roccia dall’esercito Austro-ungarico che invase l’Altopiano di Tonezza il 15 maggio 1916, in seguito alla grande offensiva battezzata Strafexpedition.

Fortino della Prima Guerra Mondiale
7. Le antiche cave
Le “cave” si raggiungono percorrendo un sentiero a sinistra del fortino. Nel tragitto bisogna attraversare un bosco di faggi e abeti dal terreno ricoperto da un folto tappeto di foglie secche.
Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di numerosi muretti a secco e di vecchie cave, ormai quasi completamente interrate: tutto questo sta a testimoniare come, un tempo, tale luogo rappresentasse un ricco centro di lavoro.
8. La sorgente
I primi abitanti che popolarono il paese furono senz’altro facilitati dalla presenza dell’acqua, poiché hanno potuto rendere la loro terra ancora più fertile e ricca. Gli abitanti di Contrà Vallà venivano ad attingerla presso la sorgente “Canaletto“. Qui l’acqua affiorante riempiva una vasca fatta di sasso che, secondo antiche testimonianze, era colma fino all’orlo.

Sorgente lungo il sentiero
9. Dentro la trincea
Superata la valle dei ciliegi, il sentiero prosegue in leggera salita fino ad arrivare in prossimità di una trincea. Questa base si pensi risalga all’epoca della Grande Guerra ed è nata perché i soldati cercavano un rifugio sicuro durante la guerra.

Trincea
10. Incontro con il bosco
Nel sentiero Excalibur, il versante lungo nel quale si cammina è caratterizzato dalla presenza di antichi terrazzamenti sostenuti da muretti a secco: le “masiere“. Furono costruiti dagli abitanti delle Contrà per rendere il terreno più facilmente coltivabile.

Strada del ritorno
Come raggiungere Tonezza del Cimone:
Foto a cura di Abitare l’estremo e Passi Sospesi
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