Villa Fabris, situata nel cuore di Thiene, rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura neoclassica nel territorio vicentino, di matrice illuministica. Questo stile architettonico fu ampiamente divulgato nel territorio tra la seconda metà del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, soprattutto grazie all’opera degli architetti “neopalladiani” come Ottone Calderari e Ottavio Bertotti Scamozzi.
Nonostante l’identità che progettò Villa Fabris rimanga sconosciuta, Cevese avanza l’idea che sia opera dell’architetto feltrino Antonio De Boni, per via di alcuni riscontri stilistici con altre sue realizzazioni nel territorio.
Ad oggi la Villa è sede dell’Associazione Villa Fabris che si pone come polo culturale di riferimento nel panorama locale, nazionale e internazionale e s propone di sviluppare la creatività, la formazione e la ricerca come strumento di crescita culturale che promuovere le forme di alto artigianato al mondo della conservazione e restauro, le vocazioni territoriali legate all’artigianato artistico e alla cultura enogastronomica.
Architettura della Villa:
Il fronte principale si caratterizza per una bellissima esedra in pietra, abbellita da decorazioni scultoree e da due deliziose fontanelle. Oggi Via Trieste si interpone tra il corpo della Villa e l’esedra antistante, che un tempo, quando la Villa era inserita nel contesto di una vasta campagna circostante, costituiva il monumentale accesso alle vaste proprietà terriere. Il complesso, come si presenta oggi, è in realtà il risultato dell’aggiunta di più corpi edilizi eretti in epoche successive, che ha permesso la creazione di un complesso architettonico piuttosto ampio.
Sicuramente il corpo padronale della Villa fu eretto nel corso del Settecento, anche se i caratteri della facciata principale si rifanno al classicismo di ascendenza neopalladiana e quindi fanno intendere che l’intervento architettonico più significativo sia stato compiuto alla fine del secolo, probabilmente su preesistenti strutture barocche.
Il prospetto su strada, che è quello principale, si compone di due piani, rispettivamente il pianterreno pianterreno bugnato e il piano nobile a bugnato gentile. Tra le colonne si aprono tre finestre rettangolari (con le due laterali più strette) e abbiamo altre quattro finestre rettangolari distribuite ai lati del settore centrale, stagliandosi nitide nel bugnato gentile del grazioso prospetto.
All’interno, la pianta del corpo padronale rispecchia la tradizionale tipologia della villa veneta con il lungo salone passante, che prende luce dai due prospetti e con le stanze distribuite simmetricamente ai lati.
I due saloni passanti presentano affreschi con grottesche di gusto neoclassico e neopompeiano entro riquadri architettonici al pian terreno e tracce di decorazione architettonica ad affresco al piano nobile.
Il Giardino della Villa Fabris:
Uscendo nel giardino posteriore, a sinistra si notano le strutture seicentesche di una barchessa a tre fornici con eleganti e sobrie riquadrature ad intonaco, alla quale si addossa un modesto corpo rustico con tre pilastri in mattoni di epoca piuttosto recente.
A destra si estende un corpo edilizio a due piani con tetto a padiglione, di semplicissime forme neoclassiche ma molto proporzionato (anche se recentemente sconvolto dall’apertura di un’autorimessa). Addossata a questa si trova una piccola serra ottocentesca di squisite fattezze neoclassiche con colonne doriche e pregevoli ornamenti in ferro battuto.
È interessante notare l’esistenza di un tratto superstite del portico a colonne doriche con tetto a falda che anticamente doveva cingere i prospetti delle lunghe ali laterali della villa verso il giardino.