Il sentiero del “Lanzin”, come viene denominato il percorso del Lancino, è un suggestivo sentiero montano che si snoda tra i territori di Pedemonte, Lavarone e Lastebasse. Il percorso non solo offre ai visitatori la possibilità di immergersi nella natura incontaminata, ma anche di riscoprire antichi percorsi carichi di significato storico e spirituale.
Il nome stesso del sentiero, Lancino (Lanzin per quelli del posto), richiama il nome del gancio utilizzato per fissare la stanga per il controllo daziale o per facilitare un passaggio difficile del percorso. Si ritiene, inoltre, che questo cammino abbia avuto una rilevanza sin dall’epoca dell’Impero Romano, fungendo da importante via di comunicazione Nord-Sud.
Il sentiero è di importante rilevanza storico-religiosa. Si incorpora, infatti, nel Cammino delle Apparizioni, viaggio di pellegrinaggio da Vicenza e Padova e permetteva di raggiungere abbastanza agevolmente la Romea, la via percorsa dai pellegrini che andavano a Roma. Proprio in vista del passaggio dei pellegrini era stato pensato e costruito l’ospizio di Brancafora.
Sentiero del “Lanzin”: il percorso
Il Sentiero del Lanzin inizia dal parcheggio di Contrada Carotte a Pedemonte, da cui si prosegue verso nord imboccando la strada bianca che conduce al suggestivo “ponte del Tonek“. Dopo qualche centinaio di metri, inizia il sentiero 595, denominato “Antica via dell’Ancino (di qua)“, che diventa il sentiero 295 in territorio Trentino.
Il sentiero si snoda all’interno un bosco di maestosi ed imponenti faggi, regalando panorami mozzafiato sulla valle sottostante. Durante il cammino, gli escursionisti hanno l’opportunità di imbattersi in numerose testimonianze dell’antica edilizia rurale, come il “Baito dei Sordi“, la “calcara” utilizzata in passato per trasformare le rocce calcaree in calce per opere di muratura, ed il Baito dei Munari.
Dopo circa 500m di salita (più o meno 90 minuti) si raggiunge il caratteristico abitato di Piccoli, identificato dalla chiesa costruita su una roccia.
Il Covelo di Rio Malo
Superato Piccoli e proseguendo verso contrada Dazio ci si imbatte nel “Covelo di Rio Malo”, un anfratto di roccia carsica profondo circa 30 metri, raggiungibile grazie ad una robusta scala metallica. Il Còvelo si contraddistingue per il suo utilizzo come postazione di esazione del dazio vescovile sin dal 1027. Data la posizione, controllava facilmente l’antica stradache proveniva dall’alta Val Sugana attraverso la valle del Centa (l’Ancino di là) e che scendeva nella sottostante Val d’Astico (l’Ancino di qua). Il Còvelo fungeva quindi come una sorta di grotta fortezza, presidiata da un drappello di soldati.
Nel 1276 passò alla famiglia dei Belenzani. Durante la guerra combattuta dalla Lega di Cambrai contro Venezia (1508) fu occupato dalle truppe veneziane. Al termine del conflitto, tornò sotto il dominio austriaco, perse d’importanza e rimase in stato di abbandono.
Sentiero del “Lanzin”: Arrivo a Lastebasse
Una volta raggiunta la strada che porta a contrada Dazio si ridiscende in valle seguendo il sentiero 221 fino a Busatti, caratteristica storica contrada nel comune di Lastebasse. Da qui, costeggiando la strada statale SP350, si raggiunge il sentiero che conduce alla chiesa di Lastebasse.
Dalla piazza di Lastebasse si ritorna lungo il percorso del ponte del Tonek e dell’antica strada Austriaca, tornando in contrada Carotte.
Contenuti e foto a cura di: Associazione le Contrade.
Come raggiungere Pedemonte: