Isola Vicentina è un Comune della Provincia di Vicenza situato alle pendici delle propaggini occidentali dei monti Prelessini. La sua posizione, a metà tra la campagna e le belle colline vicentine, la rende un luogo suggestivo, dal paesaggio variegato, ricco di zone boschive. Sembra derivare il suo nome dalla posizione geografica, che la vede collocata, come un’isola appunto, tra i torrenti Orolo e Timonchio.
Cenni storici
L’origine del comune è da mettersi in relazione alla fondazione della vicina città di Vicenza, abitata fin dall’epoca preistorica. L’attuale territorio comunale di Isola fu ulteriormente frequentato a partire dall’età romana, perché percorso da due importanti vie di comunicazione che collegavano Vicenza a Schio. La prima testimonianza storica certa risale al 753, ma alcune iscrizioni lapidarie la fanno risalire all’epoca romana.
La presenza umana ad Isola è attestata da numerosi reperti archeologici di notevole interesse rinvenuti nel territorio. Resti di ceramiche ed oggetti d’uso quotidiano riferibili all’età del Ferro. La famosa stele di Isola Vicentina (oggi conservata presso il Museo Archeologico Naturalistico di Vicenza), sulla quale sono riportate iscrizioni in lingua venetica. La lapide del Senatore e Tribuno Marco Salonio, addetto al censo durante l’impero di Claudio. Le tombe longobarde scoperte a Dueville, che confermano la notizia della fondazione da parte del nobile longobardo Anselmo di due cappelle tra Motta e Castelnovo.
Cosa vedere
CHIESETTA DI SAN LORENZO
Arroccata sulla collina che da sulla frazione di Castelnovo, la Chiesetta di San Lorenzo venne costruita durante le invasioni ungare, nella zona collinare in cui si insediarono i cittadini in cerca di riparto dalle invasioni barbare. Testimonianza di questa primitiva Chiesa è rimasto un frammento di pietra sopra il rosone nella facciata, probabilmente usato come mattone, con una decorazione dell’VIII o IX secolo.
Nel 1166 la chiesa venne completamente restaurata dandole anche maggiori dimensioni ed assumendo la forma attuale, tutt’attorno inoltre sorse un cimitero oggi non più visibile. Di questa ricostruzione è rimasta traccia in una finestra nel lato nord, ora murata, che reca in una delle pietre che ne costituiscono l’arco la seguente iscrizione: “Mi ha fatto Marcillo, durante il regno dell’Imperatore Federico, nell’anno 1166 dall’incarnazione del Signore”.
Nella chiesa sono presenti alcuni affreschi che sono stati datati tra il XIV e XV secolo grazie alle scritte gotiche incise sui margini inferiori. Nel corso del Novecento, con le opere di restauro, venne ripristinato l’antico splendore e ogni 10 Agosto la Chiesa e la circostante area verde diventano teatro della Sagra intitolata a San Lorenzo.
VILLA CERCHIARI
La villa, ora sede della Biblioteca Comunale, ricalca i tipici modi del rococò vicentino ed offre a disposizione del pubblico i tre piani originali del ‘700. La facciata presenta due colonne che reggono la balconata centrale ed è caratterizzata dal convergere di due rampe di scale. Mirabile il grande salone centrale, con gli stucchi ad ornare le quattro porte di accesso alle sale minori poste ai lati. All’interno di una delle sale laterali è murato un grazioso tempietto ad edicola, di gusto cinquecentesco.
La villa appartenne alla famiglia Cerchiari, che ebbe il suo massimo splendore nella prima metà del Settecento.
CONVENTO DI SANTA MARIA DEL CENGIO
La Chiesa ed il Convento di Santa Maria del Cengio sono geograficamente collocati lungo la via Romea-Strata, in particolare nel tratto Romea-Vicetia, ripercorrendo le antiche vie dei pellegrini e dei commercianti che attraversavano l’Europa, da Venezia attraverso i valichi alpini.
Il Santuario è già documentato nel XII sec., fu ampliato nel XV sec. e nel XVII. Nella Chiesa vi sono tracce di affreschi del XIV sec. e statue del Marinali. Dopo l’incendio del 1931, fu ricostruito il convento modificando le linee architettoniche originarie. L’ ala novecentesca risale al 1914 e al 1944.
Mirabile lo splendido chiostro attiguo alla chiesa, che risale del 400, ricco di decorazioni floreali che si alternano numerosi simboli cristologici e mariani. Collocata sopra l’altare maggiore, nella parete di fondo dell’abside, la statua della Madonna con Bambino, costituisce invece l’opera più preziosa della chiesa e richiama, iconograficamente, l’antica devozione mariana del luogo e il titolo del santuario. Da un blocco unico di pietra calcarea, intorno al 1490, lo scultore Girolamo da Vicenza, cui viene attribuita, ha ricavato un’opera originale e inconsueta per i modelli veneti del Quattrocento, che in quel tempo raffiguravano prevalentemente Madonne in trono.
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