Zugliano
Zugliano è un paese della tre anime, rappresentate dal centro e dalle frazioni di Grumolo Pedemonte e Centrale, le cui storie presentano straordinarie peculiarità e sono testimoniate dal patrimonio architettonico e paesaggistico che ancora oggi si può apprezzare. L’ampio territorio di Zugliano, situato sulla destra del torrente Astico, si estende dalla cima meridionale delle colline delle Bregonze ai piedi delle colline di Sarcedo, in località “Pescare”, dove fino a qualche decennio fa la pianura era ancora un acquitrino.
Abitato già in epoca preistorica, come dimostrano ritrovamenti risalenti all’età del Bronzo, il territorio vide insediamenti anche in epoca romana, testimoniati da scoperte di pavimenti ed oggetti tardo-romani presso la chiesa di Santa Maria. Dal VII-VIII secolo d.C., i Benedettini giocarono un ruolo chiave nella bonifica della pianura e nel disboscamento delle colline, anche se alcune aree rimasero boschive fino al XVII secolo.
Villa Giusti Suman
Villa Giusti-Suman, situata sul versante meridionale delle colline delle Bregonze, è uno degli edifici più iconici del paese di Zugliano grazie alla sua posizione panoramica e al valore artistico. Costruita nel XV secolo dalla nobile famiglia Zoiano, la villa ha subito vari passaggi di proprietà, inclusa la famiglia Barbieri, che contribuì alle sue decorazioni, e i Giusti del Giardino-Suman (1843-1939). Successivamente, divenne proprietà della Parrocchia di San Zenone e poi del Comune di Zugliano.
La villa presenta una forma allungata e simmetrica, con una facciata decorata da fasce colorate, finestre con timpani e figure umane, e sette statue raffiguranti le allegorie dei Mestieri. Oggi la villa è parte di un complesso architettonico che comprende anche un edificio rustico restaurato, ora adibito a centro culturale. Un tempo c’era una seconda barchessa, demolita negli anni Sessanta, e una corte cinta da mura.
Grumolo Pedemonte
Grumolo Pedemonte, il cui toponimo rimanda probabilmente a un insieme di piccole colline (grumi) ai piedi del monte, sorge in una posizione amena e riparata, spalleggiata dalle Bregonze.
L’affascinante mistero di secoli e secoli di storia è invece racchiuso tra le mura e nel sito della Chiesa di San Biagio, antica parrocchiale di Grumolo, risalente a prima dell’anno Mille e sicuramente il monumento più antico ancora esistente nelle Bregonze, come testimonia anche una pietra decorata di origine longobarda scoperta recentemente nella chiesa. La chiesa di San Biagio, nominata già nel 1100, perdette di importanza a favore della nuova chiesa di Santa Maria Maddalena, edificata più tardi, e divenne un eremo nei secoli XVII e XVIII.
Nei secoli di governo della Repubblica Veneta la bellezza dei luoghi e l’abbondanza dei raccolti agricoli favorì gli investimenti in zona delle famiglie nobili vicentine che edificarono le ville e organizzarono il territorio rurale. Il comune rurale di Grumolo Pedemonte, fondato nel Trecento, regolò la vita della comunità civile fino agli inizi dell’Ottocento, quando il suo destino si unì a quello di Centrale e di Zugliano.
Centrale
La prima memoria storica in cui si fa il nome Centrale, il cui nome pare significare “centro della valle” o derivare da “Cinterale”, nome della famiglia che qui aveva il suo feudo, risale in un atto del 1088. Nel corso dei secoli si ritrovano poi notizie sul feudo di Centrale (1293) e sulla chiesa di san Clemente (1297). In un atto rogato nel 1315, si fa menzione della presenza di un castello nel territorio comunale di Centrale.
Si trattava di un castello di dimensioni modeste. Quando Centrale passò sotto il dominio delle Serenissima, venne fatto dipingere a simbolo di fedeltà il leone alato di San Marco e, a fianco ben visibile, sopra un cocuzzolo, una possente torre. Dunque nei primi anni del Quattrocento, a testimonianza che in quel periodo il castello doveva ancora esistere.
Fu con decreto imperiale del 1816 che Centrale, insieme con Grumolo Pedemonte, scomparirono come comuni indipendenti per unirsi a Zugliano a formare l’attuale comune di Zugliano.
Villa Rospigliosi
La Villa, situata sulla collina del Castel San Rocco sopra Centrale, fu costruita nel sito dell’antica chiesetta di San Rocco, appartenente ai padri Camaldolesi. Dopo la confisca napoleonica del 1810, la chiesa cadde in rovina. Nel 1906, Bortolo Scapin acquistò la proprietà dalla famiglia inglese Haseltine per sua figlia Mildred, sposata con il principe Ludovico Rospigliosi. La villa passò poi alla ditta Grendene e successivamente alla Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Nel 1960 fu ceduta alla Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro per esercizi spirituali.
L’edificio originale fu completamente restaurato nel 1929, aggiungendo una muratura merlata ispirata al Castello Colleoni di Thiene. La facciata simmetrica ha un ingresso centrale con finestre laterali ed un poggiolo al piano superiore. Il bosco circostante, impiantato nel 1908, è ricco di piante ed arbusti rari.
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