Curiosità

La Fabbrica Alta di Schio
6 Marzo 2025
La Fabbrica Alta si inserisce all’interno di un progetto di industrializzazione della città di Schio iniziato nell’Ottocento. Commissionata nel 1861 da Alessandro Rossi all’architetto belga Auguste Vivroux, è espressione del modello architettonico industriale europeo dell’epoca e rappresenta l’esempio emblematico della prima industrializzazione italiana, tanto da essere stata scelta dalla casa editrice Einaudi, come copertina del […]

La Fabbrica Alta si inserisce all’interno di un progetto di industrializzazione della città di Schio iniziato nell’Ottocento.

Commissionata nel 1861 da Alessandro Rossi all’architetto belga Auguste Vivroux, è espressione del modello architettonico industriale europeo dell’epoca e rappresenta l’esempio emblematico della prima industrializzazione italiana, tanto da essere stata scelta dalla casa editrice Einaudi, come copertina del volume dedicato al Veneto della collana “Storia d’Italia. Le Regioni dall’Unità a oggi”. 

Nella stessa area di 13 ettari, a nord ovest della città, sorgono anche altri due edifici industriali: il lanificio Conte e il Lanificio Francesco Rossi. Quest’ultimo, ricostruito nel 1849 per volere di Alessandro Rossi sulle preesistenti fondamenta dell’originale opificio di Francesco Rossi è dedicato al padre Francesco e fa parte del progetto iniziale che prevedeva la realizzazione di quattro edifici industriali disposti ortogonalmente tra loro.

L’edificio

La Fabbrica Alta si sviluppa per 80 metri di lunghezza e oltre 13 metri di larghezza, articolandosi su cinque piani, oltre a un seminterrato e un sottotetto. Presenta 330 finestre con davanzali in pietra, 52 abbaini e una caratteristica ciminiera quadrangolare che presenta l’iscrizione della data 1862 sulla cima.

Ogni piano ospita vasti saloni suddivisi in tre campate da 125 colonnine di ghisa, destinati alle diverse fasi della lavorazione della lana. Prima dell’introduzione dell’energia elettrica, la forza motrice per i macchinari era garantita da una macchina a vapore importata dall’Inghilterra. La struttura è realizzata principalmente in laterizio che gli conferisce la suggestiva colorazione rossastra.

Elementi architettonici distintivi includono le testate delle putrelle in ferro dei solai modellate a piccoli rosoni che conferiscono un motivo ornamentale alla struttura, il raffinato utilizzo del cotto per le cornici delle finestre, le fasce marcapiano e il fregio sottotetto con motivo romboidale.

Tra il 1966 e il 1967, l’edificio viene dismesso e il ciclo produttivo trasferito nei nuovi capannoni della zona industriale di Schio. Nel 2013 la Fabbrica Alta viene acquisita dall’amministrazione comunale di Schio e oggi il suo parco ospita diversi eventi culturali e musicali durante tutto l’anno, tra i quali Next Please! Festival, Line Festival e molti altri.

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